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Biodiversità lungo il fiume Laveggio

lunedì 27 dicembre 2021, di Alex Mancinelli

Lo stagno in zona Pra Vicc ed il terreno paludoso in zona Stabio, adiacenti al fiume Laveggio, portano sul territorio una biodiversità talmente elevata da essere addirittura annoverata da decreti cantonali e ordinanze federali.

 Il fiume Laveggio

Questo fiume presenta tre differenti tipologie di percorso che, come vedremo in seguito, sono determinati ai fini della biodiversità regionale.
Partendo dalla foce situata sul confine tra i Comuni di Riva S. Vitale e il quartiere di Capolago, e procedendo a ritroso, il corso d’acqua è incanalato fino a Mendrisio in zona Prati Maggi.
Successivamente il fiume viene parzialmente nascosto dagli svincoli autostradali di Mendrisio fino all’altezza della zone Tana e Pizzuolo.
In seguito il fiume percorre un tratto più naturale e meandriforme fino ad arrivare allo stagno Pra Vicc adiacente al campo volo.
Dopodiché il fiume viene nuovamente incanalato nella zona industriale e residenziale di Stabio, per poi tornare meandriforme in prossimità della sorgente situata al di sopra della tenuta di Montalbano.

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Suddivisione del fiume Laveggio

Foto tratta dal documento in pdf di: parco Laveggio fascicolo 2 progetto (in italiano)

 Biodiversità lungo il tragitto del fiume Laveggio

Lungo il tragitto del fiume Laveggio, la biodiversità è molto variabile e incostante. Infatti, nei tratti incanalati (che vanno dal punto 1 al punto 4 nella precedente cartina), è relativamente scarsa e si possono osservare solo le specie più comuni e diffuse sul territorio.

Per contro, nei tratti meandriformi rimasti più naturali, si assiste ad una altissima biodiversità di specie animali e vegetali assenti nel resto del tragitto e, in Ticino, presenti addirittura solo nelle Bolle di Magadino. Nella zona dello stagno Pra Vicc vi è una fauna locale ricca a tal punto che anche agenzie e associazioni non a scopo di lucro, come il WWF, si sono interessate alla zona dichiarandola protetta. Infatti è possibile osservare un insieme di ecosistemi fortemente variegato, permettendo ai visitatori, se aiutati da un pizzico di fortuna, di osservare una moltitudine di specie rare.

 Particolari caratteristiche dello stagno Pra Vicc e dintorni

Innanzitutto è importante premettere che la regione paludosa lungo il Laveggio, comprendente lo stagno Pra Vicc, è presente sul territorio grazie alla conformazione del fiume Laveggio, ovvero unica in Ticino ad essere ancora meandriforme (vedi cartina sottostante).

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Definizione territoriale della Zona Smeraldo

Cartina ripresa dal sito www.geo.admin.ch

Questa tipologia di tratto fluviale serpeggiante e le sue specifiche caratteristiche (ovvero lieve pendenza del terreno, bassa velocità del tratto fluviale e argini naturali bassi) favoriscono, in caso di pioggia, l’esondazione del fiume. A sua volta questa inondazione provoca la saturazione del terreno e, di conseguenza, la formazione di paludi. Quest’ultime sono ambienti ideali per la proliferazione sia di specie igrofile1 sia dell’erpetofauna, cioè l’insieme delle specie striscianti o, più semplicemente, anfibi e rettili.

In questo luogo si possono trovare molti biotopi2 particolari che, interagendo tra loro ed influenzandosi a vicenda, predispongono una regione in grado di provvedere alla sopravvivenza di specie rare. Nella regione sono presenti molte zone verdi, come per esempio i boschetti, nei quali ci sono habitat ideali per anfibi, volatili e alcuni rettili.
Ai fini di un’ottimale riproduzione degli anfibi, sono necessarie alcune specifiche caratteristiche territoriali tra cui, ad esempio, un terreno pianeggiante e paludoso e la presenza di tronchi caduti nei quali trovare rifugio.
Sebbene in Ticino ci siano diverse zone con la presenza di anfibi, le principali aree con questo elevato grado di specificità sono le bolle di Magadino e lo stagno Pra Vicc.

Inoltre, per quanto concerne le specie presenti nello stagno e nei suoi dintorni, è interessante rilevare quanto segue:

- oltre confine alcune specie sono quasi inesistenti (ad esempio la rana di Lataste si trova unicamente nella pianura Padana e in alcuni siti in Slovenia e Croazia);
- sebbene molto difficile da trovare sul territorio elvetico, sono invece molto diffuse in altre nazioni europee (ad esempio il ramarro Lacerata bilineare è presente nella regione ginevrina, come pure in buona parte delle nazioni mediterranee e nel Regno Unito).

Allontanandosi di qualche metro dallo stango e dal boschetto, si incontrano campi coltivati che diminuiscono la biodiversità della zona e, come vedremo in seguito, causano anche ulteriori complicazioni.
Un’ipotetica perdita dell’area paludosa a favore dei campi circostanti causerebbe un danno incalcolabile per l’ecosistema.
Proprio per via della sua estrema specificità, andrebbe a sparire una grande quantità di biotipi, e dunque di specie rare di cui alcune già a rischio di estinzione.

 Gli organismi presenti sono tutti endemici?

Purtroppo la risposta a questa domanda è negativa. Oltre alla presenza di specie endemiche rare, che tratterò in seguito, si assiste alla presenza di specie non autoctone (importate dall’uomo probabilmente per errore) che sono molto dannose per i biotipi presenti.

Tra queste specie ne possiamo trovare alcune provenienti dal Giappone e dal Canada, come il Poligono del Giappone, pianta in concorrenza con quelle natie o la Verga d’oro del Canada.
Tramite misure di isolamento territoriale e di risanamento, è stato possibile contenere la proliferazione di queste specie invasive ma non ad estirparle.

 Specie endemiche presenti

All’interno della zona protetta e dei suoi dintorni è possibile ritrovare una variegatissima quantità di diverse specie (vegetali, rettili, anfibi, libellule e volatili).

 Grado di protezione delle specie minacciate

Fauna

Eccezion fatta per i volatili e per alcune ben definite specie di rettili, odonati3 e della fauna acquatica, in generale le specie presenti nella zona paludosa (evidenziata nella precedente cartina) non rientrano in quelle particolarmente a rischio. Infatti, in una scala4 da 1 a 4 , dove 1 rappresenta un elevato livello di priorità nazionale in quanto specie più a rischio, alla maggior parte delle specie presenti è stato assegnato un grado 3 o 4 oppure, addirittura, nessun livello di priorità.
Tra le eccezioni figura la maggior parte dei volatili, il gambero dai piedi bianchi, la lampreda di ruscello, la testuggine d’acqua e la libellula Ceriagrion tenellum.
Qui di seguito sono riportate, suddivise per famiglie, le tabelle di dettaglio delle singole specie e del rispettivo livello di priorità nazionale, come pure delle specie a rischio. Per i volatili, considerato l’elevato numero di specie a rischio, è riportata un’immagine di una specie tra le più rappresentative.

Le tabelle sottostanti sono state riprese dal decreto di protezione di Molino-Colombera.
Alcune tabelle presentano la colonna "SME" nella quale sono state evidenziate le specie che appartengono alla categoria smeraldo. Quest’ultima sarà trattata in seguito.

Volatili
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Tabella delle priorità nazionali per i volatili
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Foto di un Martin pescatore

Foto di un Martin pescatore, fonte wikipedia

Odonati
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Tabella delle priorità nazionali per gli odonati
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Foto di un Ceriagrion tenellum

foto di un Ceriagrion tenellum, fonte: wikipedia

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Tabella delle priorità nazionali per le farfalle diurne
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Tabella delle priorità nazionali per le farfalle
Specie acquatiche
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Tabella delle priorità nazionali per la fauna acquatica
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Foto di un Gambero dai piedi bianchi

Foto del gambero dai piedi bianchi, fonte

Rettili
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Tabella delle priorità nazionali per i rettili
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Foto di una testuggine d’acqua

foto di una testuggine d’acqua, fonte

Anfibi
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Tabella delle priorità nazionali per gli anfibi
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Foto di una rana Lataste

foto di una Rana di Lataste, fonte: wikipedia

 Specie smeraldo

La protezione delle specie animali e vegetali e dei loro habitat è di principio una questione nazionale. L’eccezione è però costituita dalla "Rete Smeraldo", ovvero un insieme di aree transfrontaliere di particolare interesse per la conservazione della natura e ricche di biodiversità. La "Rete Smeraldo" rientra nel progetto ambientale europeo "Rete Natura 2000", definito mediante Direttiva 92/43/CEE "Habitat" del 21.05.1992.

Al momento, su territorio elvetico ci sono 37 zone che fanno parte della rete Smeraldo europea e, una di queste, è la zona paludosa evidenziata nella cartina presente all’inizio di questo documento.

Su un totale di 140 specie Smeraldo censite in Svizzera, nello stagno Pra Vicc e nei suoi dintorni sono presenti, come figura dalle tabelle precedenti, ben 6 specie appartenenti a 4 differenti famiglie.
Ad esclusione della libellula, le altre 4 fotografie inserite dopo le tabelle raffigurano le già alcune specie smeraldo. Ragion per cui qui di seguito mostriamo le due specie Smeraldo mancanti, ovvero:

- tritone crestato meridionale, fonte

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Foto di un Tritone crestato meridionale


- lampreda di ruscello, fonte

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Foto di una lampreda di ruscello

 Flora

Per quanto concerne la flora, problematica si complica. La regione non possiede una situazione idrica ottimale per una crescita ideale delle specie igrofile1.
Questo insufficiente apporto idrico è causato verosimilmente dalla cementificazione della regione circostante come pure dalla canalizzazione dei vari corsi d’acqua. Tali interventi dell’uomo sono le cause principali di un minor ed incostante afflusso d’acqua nello stagno in zona Pra Vicc. Quest’ultimo viene ora alimentato solo da un piccolo rigagnolo del vecchio tragitto del fiume Laveggio.

Tale situazione risulta facilmente visibile dalla seguente cartina nella quale sono evidenziati in rosso i corsi d’acqua secondari tramite i quali l’acqua confluisce più facilmente nel fiume Laveggio.

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Ruscelli passanti all’interno della zona Smeraldo

Mappa ripresa da geo.admin.ch e successivamente rielaborata da Alex Mancinelli (inserimento dei tratti rossi).

Apporto eccessivo di nutrienti

La maggior parte delle precipitazioni che interessa la regione protetta confluisce nel fiume Laveggio. Ciononostante, una parte comunque consistente di acqua proveniente dai vicini campi coltivati, e quindi contenente fertilizzanti, si riversa nella zona paludosa.
Anche se in passato tale situazione poteva sostenere o addirittura favorire lo sviluppo generalizzato della flora, si è rivelata una lama a doppio taglio nel momento in cui, come già precedentemente accennato, sono apparse delle specie invasive come il Poligono giapponese e la Verga d’oro canadese. Quest’ultime, infatti, hanno approfittato dei fertilizzanti in misura maggiore rispetto alle altre specie vegetali, proliferando a dismisura e sottraendo quindi terreno ai danni delle specie endemiche. Per contrastare tale situazione, come risulta dal decreto di Molino-Colombera, sono state messe in atto sia misure di controllo sia di contenimento nell’ambito dei lavori annuali.

In questa zona, le specie maggiormente minacciate dalla situazione idrica sfavorevole e dall’alta competizione con specie non autoctone sono, in particolare, il Pigamo Lucido (Thalictrum lucidum L.), la Pseudostellaria europaea e la Cyperus glomeratus. Come risulta dalla tabella sottostante, queste tre specie hanno un alto livello di priorità nazionale (1 e 2).

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Tabella delle priorità nazionali per la flora

Tabella prelevata dal decreto di protezione di Molino-Colombera

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Foto di una pseudostellaria

Foto di una Pseudostellaria europea, fonte

Per la lettura di un ulteriore capitolo clicca uno dei seguenti link:
- torna alla panoramica
- Mutamento del territorio e problematiche derivanti dall’uomo
- Linea ferroviaria
- L’essere umano e il suo impatto sulla natura
- Natura
- Il fiume Laveggio e lo stagno Pra Vicc
- Zona industriale di Stabio
- L’oasi
- Attività ricreative disponibili attorno allo stagno Pra Vicc
- Agriloro SA
- Ricapitolazione e conclusioni
- Sitografia


1. In biologia, di organismo, animale o soprattutto vegetale, che vive bene in terreni molto umidi.
2. Il biotopo è un habitat specifico di una comunità in un’area. I biotopi sono le unità più piccole della biosfera.
3. Gli odonati sono un ordine di insetti volanti legati all’elemento acquatico in ambito riproduttivo.
4. Scala di priorità presente nel decreto Molino-Colombera emanato dal Consiglio di Stato nel 21.08.2015.

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